Vuoi coinvolgere i cittadini nel progettare o prendere insieme delle decisioni?
Vuoi dar vita a reti per lo sviluppo locale?

Facilitazione di percorsi partecipativi


Quando si parla di percorsi partecipativi normalmente si intende il coinvolgimento dei cittadini e delle realtà che vivono un certo territorio nel prendere delle decisioni e/o attivarsi insieme su questioni che riguardano la collettività. Partecipare è contemporaneamente un atto personale (è una decisione che chiunque di noi può prendere, in riferimento ad un processo) e un’azione collettiva (è impossibile partecipare da soli). Partecipare ha forti ricadute in termini di sviluppo locale e di benessere collettivo. E dal punto di vista personale, spesso, è uno spazio privilegiato di crescita personale e di acquisizione di conoscenze e competenze trasversali, utili poi nelle altre sfere di vita.


Partecipare e decidere insieme non è di certo un processo banale né lineare.


Per questo quando pensiamo alla facilitazione di processi partecipativi abbiamo in testa due tipi diversi di intervento:

  • la conduzione di momenti ad hoc attraverso tecniche partecipative di gestione di gruppi. Gruppi di lavoro, serate aperte alla cittadinanza, momenti pubblici e privati nei quali favorire la partecipazione possono essere gestiti con tecniche partecipative come il world café, l’open space technology o il future search. O altri ancora. Tutte tecniche che aiutano a comunicare, interagire, ideare e collaborare.
  • la pianificazione e la conduzione di percorsi partecipativi di breve o medio periodo. Nel caso di percorsi più strutturati, lo Studio Tangram adotta normalmente un approccio più ibrido, abbinando tecniche consolidate a strumenti flessibili e coerenti al contesto e agli obiettivi specifici del percorso.

Attivazione di reti di sviluppo locale


Possiamo definire una rete come “un’organizzazione di soggetti con interessi diversi che mettono insieme le loro risorse umane e materiali per ottenere un cambiamento specifico che altrimenti sarebbero incapaci di ottenere da soli” (Ripamonti, 2018).
La rete non è l’obiettivo ma il mezzo attraverso il quale raggiungere dei risultati che non sono né automatici né scontati. Le potenzialità positive che può offrire il lavoro di rete sono frutto di un processo strategico, di visione e di metodo.


Nell'ambito delle iniziative di sviluppo locale, le forme organizzate in rete di produttori, realtà e istituzioni locali stanno assumendo particolare significato. Costruire meccanismi di coordinamento locali costituisce una risorsa che per molti aspetti risulta centrale nell'attuale contesto socio-economico, non solo per l’agire condiviso ma anche per il know how delle persone e delle organizzazioni che aderiscono, per la “cassetta degli attrezzi” delle competenze di networking che rimane bagaglio del territorio anche negli anni futuri.


Gli ambiti nei quali si attivano reti sono molteplici: nei sistemi di welfare come nelle politiche di sviluppo turistico, nei piani di tutela ambientale come nella riqualificazione di luoghi e spazi comuni. Lavorare in rete è un metodo con il quale portare avanti alcune iniziative e politiche locali, ed è per questo trasversale ai settori e agli ambiti di intervento. In generale, supportare l’attivazione di una rete che possa avere basi strutturali anche sul medio periodo prevede normalmente tre fasi: l’ascolto e la raccolta dei bisogni, il rafforzamento delle competenze di networking e infine il raccordo tra realtà produttive, enti locali, e tutti i soggetti che risulta essere opportuno coinvolgere. Gli strumenti con i quali portare avanti queste fasi, come sempre, possono essere molteplici e vengono individuati sulla base del contesto, del target e degli obiettivi specifici del percorso.